Nazionale

"Per una salute da costruire insieme", convegno a Roma

I primi interventi all'incontro nazionale organizzato dall'Uisp: Vincenzo Manco, Joao Breda, Filippo Fossati

Vincenzo Manco ha introdotto il convegno "Per una salute da costruire insieme" con la presentazione dell'edizione italiana della "Strategia sull'attività fisica per l'Europa OMS 2016-2025". Ecco il suo intervento integrale.

"Buongiorno a tutti,

il 19 agosto 2013, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito, con una propria risoluzione, la Giornata Internazionale dello sport per lo sviluppo e la Pace. Oggi anche se la coincidenza con le nostre iniziative è una pura casualità ricorre la terza giornata e lo scopo della celebrazione è quella di contribuire al riconoscimento dello sport quale importante strumento di cambiamento sociale e di affermazione della pace fra i popoli.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, nel messaggio legato alla Giornata afferma come lo sport sia uno strumento unico e potente per promuovere la dignità, la parità e inalienabilità dei diritti di ciascun membro della famiglia umana. Affermando ancora che lo sport promuove la salute ed il benessere ed è una forza fondamentale per cambiamenti sociali positivi.

La scelta che la Uisp ha fatto, di tradurre ed editare le linee guida delle strategie sull’attività fisica per la Regione Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 2016-2025 ha come obiettivo proprio ciò che ha indicato Ban Ki-moon nel suo messaggio, ovvero produrre cambiamento positivo. Vogliamo partire però da uno sguardo che non osserva nello specifico solamente il rapporto che c’è tra attività fisica e benessere, visto che i benefici della prima sono ben noti rispetto alla qualità della vita di ogni individuo. Desideriamo piuttosto inquadrare il tema della promozione e prevenzione della salute come una delle grandi questioni per individuare nuove forme di welfare, possibilmente generativo, capace cioè di affermarsi in modo proattivo dentro un quadro di riferimento che possa prevedere tutele per l’affermazione dei diritti di cittadinanza.

Ecco perché non vogliamo sottrarci dall’inserire questa iniziativa in un contesto internazionale, dove la crisi economica ha colpito duramente il tessuto e la coesione sociale determinando una tremenda frattura che ha allargato la forbice delle disuguaglianze. Sta qui il punto vero delle varie sessioni di confronto previste nel programma di oggi. Ovvero la domanda è: fino a dove spingiamo la nostra responsabilità sociale di organizzazione sportiva del terzo settore per affrontare da protagonisti il terreno dei diritti di tutti, contribuendo a determinare scelte che sono insieme di natura politica e morale per giungere ad una società più prospera e più giusta?

Uisp, dunque, organizzazione di sport  che agisce nella promozione sociale e che costantemente osserva i dati più recenti di Eurobarometro, per quanto riguarda soprattutto la percentuale di sedentari nel rapporto con altri paesi europei. E le linee guida OMS di cui oggi trattiamo, che ci forniscono una tendenza mondiale in calo per ciò che riguarda la quantità di attività fisica complessivamente pratica ogni giorno.

Sul piano globale un adulto su tre non raggiunge i livelli di attività consigliati. In Europa le statistiche rilevano come oltre un terzo delle persone in età adulta sia insufficientemente attive. Quali sono i costi che derivano da questi dati e quali le strategie da indirizzare?

Noi da qualche tempo abbiamo deciso di alzare il livello della qualità del nostro intervento, nella predisposizione di buone pratiche e nell’offerta di attività motoria e sportiva. Lo abbiamo fatto prevedendo un intervento sistemico e trasversale che andasse a considerare diverse politiche legate non solo al movimento ma anche all’ambiente, alla qualità e alla sostenibilità della nutrizione, al fattore educativo, ai temi della socialità, al fine di produrre relazioni positive e quindi benessere individuale e sociale.

Abbiamo assunto la consapevolezza che per raggiungere obiettivi ambiziosi è necessario investire in competenze, contaminare saperi, instaurare un rapporto stabile e fecondo con le università. Non siamo e non vogliamo essere autosufficienti, né autoreferenziali. Ma con questo ulteriore appuntamento nel lungo cammino tracciato dalle nostre politiche sui sani stili di vita e la salute, desideriamo indicare un’avanguardia, un punto avanzato fatto di credibilità, valore oggettivo, comportamenti etici, competenze. E’ su questi temi che siamo stati capaci di costruire partnership importanti, molte delle quali sono qui rappresentate oggi e arricchiscono, come sempre hanno fatto, il dibattito ed il confronto.

Siamo chiamati oggi a spostare in alto l’asticella della cultura motoria e sportiva nel nostro Paese, rafforzando le reti europee ed internazionali. La realizzazione di workshop nazionali a Trento ed Orvieto, i corsi di formazione a Montecatini e Bologna, i vari convegni fatti per affrontare l’occasione del PNP, ha dato frutti significativi, determinando la sottoscrizione di protocolli tra la Uisp ed alcune Regioni, per la realizzazione di PRP. I dati che emergono come conseguenza dell’inattività fisica ed i relativi fattori di rischio; i costi; l’aumento della sedentarietà di bambini e adolescenti destano un forte allarme.

Mai come oggi un’associazione come la nostra può contribuire a ridisegnare i sistemi di welfare delle comunità. Gli amici di CSI e US Acli sono qui con noi per condividere questo nuovo percorso, certo ognuno con la propria soggettività e nelle rispettive associazioni, ma convinti di dover segnare una sostanziale differenza nell’essere soggetti protagonisti di un ruolo sussidiario, trasparente e competente, nel rapporto con le istituzioni locali, nazionali ed internazionali. E’ lo stesso documento dell’OMS che lo richiede: dare maggiore potere alle persone e alle comunità tramite la partecipazione e la realizzazione di ambienti più salutari. Con l’indicazione precisa a lavora insieme, trovando forme di coordinamento delle politiche tra i diversi livelli di governo, nonché il coordinamento tra pubblica amministrazione, società civile e settore privato. E auspica la promozione di varie nuove alleanze tra pubblico, media e organizzazioni della società civile.

La presenza di tutti coloro che siamo stati in grado di coinvolgere nella discussione di oggi e che ringrazio particolarmente per questo, offre la rappresentanza plastica di un’alleanza che sempre di più deve assumere le forme ed i contenuti di un luogo, di un campo aperto per lo scambio di idee utili al raggiungimento degli obiettivi, ovvero una salute, diritto di cittadinanza per tutti. Non basta indicare le proposte per andare a piedi o per fare uso della bicicletta, o implicare, di conseguenza, l’aumento potenziale di un numero considerevole di posti di lavoro.

E’ necessario fare massa critica, costruire solidi e credibili relazioni tra associazioni, tra queste e la politica pubblica. Le Regioni e gli Enti Locali lo stanno facendo, si intravedono primi ed importanti risultati. Ci sono Regioni, Emilia Romagna e Marche, i cui presidenti hanno tenuto la delega allo sport per indicare in modo chiaro le potenzialità trasversali dell’attività motoria e sportiva. Tuttavia le risorse complessive per la promozione e la prevenzione della salute non sono tali da affermare che queste siano scelte prioritarie per il Paese. Non si intravede sul piano nazionale una chiara politica di investimenti in tal senso per abbassare i costi del sistema sanitario. Crediamo sia invece arrivato il momento di intervenire con politiche di pianificazione urbana, modalità di trasporto, spazi per il tempo libero, impiantistica di prossimità. Con poche risorse si possono attraversare aree per l’attività fisica, basterebbe solo modificare l’approccio culturale e amministrativo per promuovere forme integrate, multisettoriali e orientate alla partnership.

Vanno migliorati i sistemi normativi a partire dal Decreto Balduzzi che ha creato disparità e ostacoli alla pratica ludico-motoria. Non è stato facile all’inizio del cammino il rapporto con le ASL e le strutture di base della sanità pubblica. Non è stato facile tanto che tra la nostra associazione ed esse si è creato un vero e proprio conflitto. Un conflitto di stampo generativo che ha portato la Uisp, e crediamo anche le ASL, a misurarsi su terreni e modalità che hanno portato nuova consapevolezza per il raggiungimento di risultati collettivi. Oggi non credo sia eccessivo affermare che entriamo in una fase successiva ed avanzata del nostro lungo cammino sulle politiche per la salute e per gli stili di vita attivi, perché possiamo essere noi una delle punte avanzate di un dibattito nazionale ed internazionale per ottenere una legislazione di nuovo conio.

Moderare, capace di intercettare, in materia di sport e attività motoria, il cambiamento per valorizzare quelle esperienze, quei corpi intermedi, quella società civile organizzata che sente la propria responsabilità sociale e la vuole coniugare nel rapporto stretto tra istituzioni e reti sociali. Sto immaginando in sostanza un vero e proprio campo progressista sul piano culturale e sociale che sappia costruire relazioni e partnership positive con le istituzione ai vari livelli e con i soggetti del terzo settore. I nostri progetti, le nostre buone pratiche sono a disposizione di tutti e soprattutto della comunità e del Paese.

Una risposta alle esortazioni ed alle preoccupazioni delle linee guida delle OMS non può che essere una vera e propria campagna nazionale, finanziata dal Governo, dal Ministero per favorire l’attività fisica in tutte le fasce di età come previsto nel documento. Una campagna che prevede monitoraggi delle azioni per capirne l’incidenza entro un tempo determinato che potrebbe essere, perché no, la stessa scadenza del 13 settembre 2017, data in cui a Lima si deciderà se l’Italia, come auspicabile, riuscirà a vedersi assegnate le Olimpiadi 2024.

Che bello sarebbe oltre ai talenti portare un anno e mezzo di impegno, esperienze, competenze, buone pratiche che contribuiscono ad abbassare il tasso di inattività nel nostro Paese, valorizzando anche lo sport sociale e di cittadinanza, facendo guadagnare salute! Umiltà, lealtà, competenza, etica e trasparenza sono e dovranno essere sempre di più le basi della nostra credibilità e della nostra forza. E’ una dote che siamo stati capaci di accumulare non agendo mai da soli, anzi è fatta di tante contaminazioni e di ricchezza plurale e collettiva. Costruita anche e soprattutto insieme a tutti voi. E’ la dote che la Uisp mette a disposizione del bene comune, per un benessere di comunità, inclusivo, universale, per tutte e per tutti…nessuno escluso! Grazie".  

Joao Breda, manager OMS Europa, ha inviato al convegno un videomessaggio nel quale illustra le caratteristiche del rapporto OMS. "La strategia sull’attività fisica è stata approvata  a Vilnius a settembre 2015 da parte di tutti i paesi dell’Europa. Si tratta di una strategia di grande importanza perché è la prima strategia specificamente dedicata alla attività fisica e adottata non solo nella regione europea ma è la prima a livello mondiale. La regione Europea dell’OMS è quindi stata la prima a dotarsi di uno strumento simile". Per leggere una sintesi dell'intervento clicca qui

L'onorevole Filippo Fossati, della Commissione permanente affari sociali della Camera dei deputati, ha aperto i lavori della prima sessione del convegno su che cosa rappresentano le linee guida OMS e quali sono i valori che dovrebbero ispirare la realizzazione di azioni normative. "La diffusione della attività fisica ha bisogno di un piano di azione nazionale che coinvolga, e costringa ad essere coerenti, ministeri e regioni, aziende sanitarie e municipi, associazionismo media e imprese. Ci sono in questo contesto delle urgenze. Cresce la popolazione anziana, non cresce la sua salute, anzi. Portare questa fascia di popolazione all'attività fisica per un maggior benessere  è una grande scommessa di civiltà. Partiamo, come si è fatto con lo sport per i minorenni, con una detrazione fiscale per gli ultrasessantacinquenni che vanno il palestra o in piscina. Abbiamo sul territorio centomila società sportive di base. Premiamole con incentivi, tariffe, affidamento di spazi sportivi, se allargano la base dei praticanti, se fanno fare attività fisica ai genitori e ai nonni dei piccoli calciatori, o delle giovani pallavoliste. Proporremo una risoluzione al Parlamento per dare il via ad una azione di lunga durata, una alleanza per l'attività fisica e lo sport per tutti che cerchi il contributo di tutti per abbattere, da qui al 2024, la sedentarietà del dieci per cento. Portare all'attività fisica sei milioni di italiani in più. Questa è la vera medaglia olimpica!"